La collina dei papaveri (コクリコ坂から Kokuriko-zaka kara, lett. "Dalla collina dei papaveri" è un film d'animazione giapponese del 2011, diretto da Gorō Miyazaki prodotto dallo Studio Ghibli. È l'adattamento cinematografico dello shōjo manga omonimo del 1980 scritto da Tetsurō Sayama e disegnato da Chizuru Takahashi, che narra la storia di due adolescenti giapponesi. Il tutto è raccontato nella cornice di un Giappone che inizia a riprendersi dopo la distruzione e la crisi della seconda guerra mondiale.
La collina dei papaveri è distribuito in Giappone da Toho e negli Stati Uniti da GKIDS. In Italia il film è stato distribuito da Lucky Red e la sua uscita nei cinema è avvenuta in data unica il 6 novembre 2012. È stato presentato fuori concorso in anteprima nei giorni 1, 2 e 3 novembre 2011 al Festival Internazionale del Film di Roma e al Future Film Festival di Bologna del marzo 2012, in versione con audio originale sottotitolata in inglese e italiano.
La storia è ambientata a Yokohama nel 1963, un anno prima dei giochi della XVIII Olimpiade di Tokyo, che furono il segnale della avvenuta ricostruzione del Giappone dopo la guerra e stabilirono il definitivo riconoscimento internazionale della nazione.
Umi è una ragazza di 16 anni, suo padre è morto in mare durante la guerra di Corea, quando la sua nave ha urtato una mina. Sua madre invece è docente universitaria negli Stati Uniti ed è spesso assente per lavoro. La ragazza vive quindi con la nonna e i fratelli minori in una grande casa ricavata da un ex ospedale, costruito sulla "collina dei papaveri" che domina il porto. Umi ogni mattina issa due bandiere di segnalazione marittima che significano "prego per una navigazione sicura", così come le aveva insegnato il padre da piccola.
Shun è un ragazzo di 17 anni ed ogni mattina arriva al porto sul rimorchiatore del padre adottivo per poi andare a scuola. Vede sempre quello strano rituale con le due bandiere che si ripete giorno dopo giorno e ne è talmente incuriosito da scriverci una poesia (una sorta di "messaggio in bottiglia" verso la misteriosa ragazza delle bandiere) che pubblica sul giornale della scuola.
Umi e Shun si incontrano per la prima volta a scuola, nel corso di un'azione di protesta che vede protagonista il ragazzo e che lascia ad Umi un'impressione piuttosto negativa. I due si incontrano di nuovo quando Umi accompagna la sorella minore a chiedere un autografo a Shun, e scopre che il ragazzo fa parte del club di letteratura ed è il responsabile della pubblicazione del giornalino scolastico. Umi finisce per entrare nel club come copista, per aiutare Shun, il quale è dolorante a una mano a causa di un incidente.
Intanto la scuola è in fermento per le accese discussioni che si scatenano circa la necessità di salvare o meno dalla demolizione il "Quartier Latin", un edificio adibito a sede dei club scolastici, carico di storia e di ricordi ma ormai vecchio e fatiscente
Su iniziativa di Umi molti studenti si rendono disponibili a ristrutturare l'edificio e restituirlo alla sua vecchia gloria. Durante i lavori la ragazza ha modo di approfondire la conoscenza di Shun e i due cominciano a sviluppare dei sentimenti di affetto reciproci. Umi racconta a Shun di suo padre e della sua morte, mostrandogli una fotografia dell'uomo. Il ragazzo però rimane stupito nel vedere in mano all'amica la stessa foto che possiede anche lui e, dopo una serie di ricerche, arriva a scoprire la verità sul suo conto: il suo vero padre è proprio il padre di Umi, che lo ha affidato ai suoi attuali genitori adottivi quando era ancora in fasce. La nuova rivelazione rende i due ragazzi di fatto fratello e sorella e Shun si allontana da Umi per evitare coinvolgimenti ulteriori. Da principio la ragazza è disorientata dal repentino cambiamento dell'amico, ma quando il ragazzo le rivela i suoi dubbi, ella non può fare altro che accettare la situazione.
Da qui in poi i due ragazzi affronteranno il mandante dei lavori per la ristrutturazione e Umi chiederà chiarimenti sul passato del ragazzo a sua madre. La madre le rivela un’informazione che per i due diventerà di grande importanza e li spingerà a cercare ancora più informazioni.
Il film mi ha colpito molto perché riesce a far capire quanto sia importante la storia di una nazione. la trama principale riesce a coinvolgere e a farti immedesimare nei protagonisti. Le animazioni sono ben curate nonostante l’anno di pubblicazione. La trama, come già detto, riesce a coinvolgere e non annoia mai. Sono presenti numerose svolte che riescono a ravvivare l’attenzione dello spettatore. La colonna sonoro è ben pensata e riesce a creare la giusta atmosfera nella giusta occasione. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e curati nei dettagli grafici. La malinconia a cui ci ha abituato lo studio Ghibli e Miyazaki viene evidenziata soprattutto da questo attaccamento che i giovani studenti hanno per questo palazzo e in modo particolare da una frase detta da Shun durante un’assemblea:” come si può pensare di costruire un futuro se si dimentica il proprio passato”. Una lezione di vita molto semplice e basilare che diventa punto cardine di tutta l’opera. Il film girato da Gorō Miyazaki è una chiara dimostrazione della differenza generazionale tra Miyazaky e appunto Gorō.
Voto 7
La collina dei papaveri è distribuito in Giappone da Toho e negli Stati Uniti da GKIDS. In Italia il film è stato distribuito da Lucky Red e la sua uscita nei cinema è avvenuta in data unica il 6 novembre 2012. È stato presentato fuori concorso in anteprima nei giorni 1, 2 e 3 novembre 2011 al Festival Internazionale del Film di Roma e al Future Film Festival di Bologna del marzo 2012, in versione con audio originale sottotitolata in inglese e italiano.
La storia è ambientata a Yokohama nel 1963, un anno prima dei giochi della XVIII Olimpiade di Tokyo, che furono il segnale della avvenuta ricostruzione del Giappone dopo la guerra e stabilirono il definitivo riconoscimento internazionale della nazione.
Umi è una ragazza di 16 anni, suo padre è morto in mare durante la guerra di Corea, quando la sua nave ha urtato una mina. Sua madre invece è docente universitaria negli Stati Uniti ed è spesso assente per lavoro. La ragazza vive quindi con la nonna e i fratelli minori in una grande casa ricavata da un ex ospedale, costruito sulla "collina dei papaveri" che domina il porto. Umi ogni mattina issa due bandiere di segnalazione marittima che significano "prego per una navigazione sicura", così come le aveva insegnato il padre da piccola.
Shun è un ragazzo di 17 anni ed ogni mattina arriva al porto sul rimorchiatore del padre adottivo per poi andare a scuola. Vede sempre quello strano rituale con le due bandiere che si ripete giorno dopo giorno e ne è talmente incuriosito da scriverci una poesia (una sorta di "messaggio in bottiglia" verso la misteriosa ragazza delle bandiere) che pubblica sul giornale della scuola.
Umi e Shun si incontrano per la prima volta a scuola, nel corso di un'azione di protesta che vede protagonista il ragazzo e che lascia ad Umi un'impressione piuttosto negativa. I due si incontrano di nuovo quando Umi accompagna la sorella minore a chiedere un autografo a Shun, e scopre che il ragazzo fa parte del club di letteratura ed è il responsabile della pubblicazione del giornalino scolastico. Umi finisce per entrare nel club come copista, per aiutare Shun, il quale è dolorante a una mano a causa di un incidente.
Intanto la scuola è in fermento per le accese discussioni che si scatenano circa la necessità di salvare o meno dalla demolizione il "Quartier Latin", un edificio adibito a sede dei club scolastici, carico di storia e di ricordi ma ormai vecchio e fatiscente
Su iniziativa di Umi molti studenti si rendono disponibili a ristrutturare l'edificio e restituirlo alla sua vecchia gloria. Durante i lavori la ragazza ha modo di approfondire la conoscenza di Shun e i due cominciano a sviluppare dei sentimenti di affetto reciproci. Umi racconta a Shun di suo padre e della sua morte, mostrandogli una fotografia dell'uomo. Il ragazzo però rimane stupito nel vedere in mano all'amica la stessa foto che possiede anche lui e, dopo una serie di ricerche, arriva a scoprire la verità sul suo conto: il suo vero padre è proprio il padre di Umi, che lo ha affidato ai suoi attuali genitori adottivi quando era ancora in fasce. La nuova rivelazione rende i due ragazzi di fatto fratello e sorella e Shun si allontana da Umi per evitare coinvolgimenti ulteriori. Da principio la ragazza è disorientata dal repentino cambiamento dell'amico, ma quando il ragazzo le rivela i suoi dubbi, ella non può fare altro che accettare la situazione.
Da qui in poi i due ragazzi affronteranno il mandante dei lavori per la ristrutturazione e Umi chiederà chiarimenti sul passato del ragazzo a sua madre. La madre le rivela un’informazione che per i due diventerà di grande importanza e li spingerà a cercare ancora più informazioni.
Il film mi ha colpito molto perché riesce a far capire quanto sia importante la storia di una nazione. la trama principale riesce a coinvolgere e a farti immedesimare nei protagonisti. Le animazioni sono ben curate nonostante l’anno di pubblicazione. La trama, come già detto, riesce a coinvolgere e non annoia mai. Sono presenti numerose svolte che riescono a ravvivare l’attenzione dello spettatore. La colonna sonoro è ben pensata e riesce a creare la giusta atmosfera nella giusta occasione. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e curati nei dettagli grafici. La malinconia a cui ci ha abituato lo studio Ghibli e Miyazaki viene evidenziata soprattutto da questo attaccamento che i giovani studenti hanno per questo palazzo e in modo particolare da una frase detta da Shun durante un’assemblea:” come si può pensare di costruire un futuro se si dimentica il proprio passato”. Una lezione di vita molto semplice e basilare che diventa punto cardine di tutta l’opera. Il film girato da Gorō Miyazaki è una chiara dimostrazione della differenza generazionale tra Miyazaky e appunto Gorō.
Voto 7
Recensione a cura di Maru