Ghost in the Shell (攻殻機動隊 Kōkaku Kidōtai) è un film d'animazione giapponese in stile cyberpunk del 1995 dello Studio Shochiku, diretto da Mamoru Oshii, basato sull’omonimo manga di Masamune Shirow.
Prodotto dalla Production I.G, il film ha avuto un seguito nel 2004 intitolato Ghost in the Shell: L'attacco dei Cyborg (イノセンスInosensu). Nel 2008 la pellicola originale è stata sottoposta ad un profondo restyling, con largo uso della CG, e ripubblicata con il titolo Ghost in the Shell 2.0.
Ghost in the Shell è stato originariamente importato in Italia negli anni novanta da Polygram Video per la distribuzione in formato VHS
Il film è noto per essere stato uno dei primi anime ad aver fuso con successo l'animazione tradizionale e l'animazione al computer.
Nel 2029 il mondo è completamente informatizzato, gran parte della popolazione del pianeta è composta da individui che hanno parzialmente o totalmente tramutato parti del corpo in macchine, e le varie nazioni sono ancora in lotta tra di loro.
Il cyborg Motoko Kusanagi, è membro della sezione 9, una parte speciale della polizia che si occupa di antiterrorismo.
Kusanagi sta svolgendo un indagine su un essere denominato "Burattinaio", un hacker dalle fattezze sconosciute responsabile dell'attacco al cervello cibernetico dell'interprete di un ministro del governo.
Esso è in grado di hackerare le menti dei corpi cibernetici, sovrascriverle ed usarle per i suoi scopi senza farsi mai catturare.
La Sezione 9 riesce a localizzarne il segnale d'origine di un attacco informatico a New Port City scoprendo sfortunatamente che si è trattato di un'altra “pedina” in mano al Burattinaio.
Dopo vari casi la sezione 9 scopre che il Burattinaio non è altro che un programma con lo scopo di tenere sotto controllo la Rete dei sistemi informatici, ma poi ribellatosi ai suoi creatori grazie alla sua evoluzione autonoma.
La grafica è ottima sia nello stile dei personaggi che negli sfondi, con scene d’azione animate perfettamente e una regia degna di nota.
La trama non è mai scontata ne banale, passa da scene d’azione a monologhi filosofici che sviluppano la psiche dei vari personaggi ottimamente caratterizzati.
Ghost in the Shell, letteralmente “spirito nel guscio” è incentrato sulla ricerca della propria persona ed individualità di Kusanagi, che nel finale verranno analizzate e risolte.
La colonna sonora è stata composta da Kenji Kawai e varia tra pezzi in bulgaro e giapponese in chiave melodica ed elettronica.
Consiglio la visione a tutti
voto: 8,5